Candelora di Montevergine: la tradizionale Juta dei Femminielli

da | 31 Gen, 2024 | Eventi | 0 commenti

Tra le più note tradizioni religiose e folcloristiche irpine, spicca senza dubbio la “Juta a Montevergine”. Trattasi di un pellegrinaggio che si svolge due volte l’anno: il 12 settembre, giorno in cui, secondo il calendario cristiano si commemora la nascita della Vergine Maria e il 2 febbraio giorno della Candelora, presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme come luce che illumina le genti.
I fedeli giungono da ogni parte della Campania, per compiere la sagliuta verso il Santuario di Montevergine poiché, tra il popolo si dice: ”chi vo’ grazia a Mamma Schiavona, ca sagliesse lu Muntagnone!”

Un perfetto connubio tra sacro e profano è rappresentato dal pellegrinaggio che si svolge in occasione della Candelora: la cosiddetta “Juta dei Femminielli”. La festività nasce da una leggenda: si narra che nel 1252, due ragazzi scoperti in atteggiamenti amorosi, scatenando l’incredulità e l’ira della comunità, furono cacciati dal loro paese e condotti nel bosco sul monte Partenio, dove ora sorge il Santuario di Montevergine.
Poiché il loro sentimento fosse dichiarato innaturale, furono legati nudi ad un albero e lasciati a morire di freddo e fame se non addirittura sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro storia d’amore, li liberò e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il suo sentimento di fronte all’intera popolazione che, attestato il miracolo, non poté far altro che accettare l’accaduto. Tale è il motivo che riconosce nella Madonna di Montevergine la madre e protettrice della comunità LGBTQ+.

Storia e celebrazione della Candelora

La tradizione dalla “Juta dei Femminielli” è attestata già nel 1611, anno in cui, in seguito ad un incendio della chiesa, furono ritrovati oltre 400 corpi, alcuni di questi carbonizzati altri invece, morti probabilmente per asfissia, che sono stati ricondotti a uomini vestiti da donne e donne con abiti da uomo.
Il giorno della Candelora, i devoti raggiungono il santuario in pullman o in funicolare; ristretti gruppi compiono il pellegrinaggio a piedi come cammino di purificazione. Prima di prendere parte alla messa solenne, presieduta dall’Abate di Montevergine, Dom Riccardo Luca Guariglia, le lunghe fila di fedeli giungono ai piedi della scala santa intonando inni e litanie all’amorevole Mamma Schiavona. A guidare il corteo è un gruppo di suonatori di tammorre e fisarmonica che accompagna la preghiera del cantore mentre, la femminella storica, Ciro Cascina, anima della comunità e della juta, danza animatamente sulle note delle musiche popolari.
Recitando suppliche e orazioni, si procede salendo la scala santa per poi entrare nella piccola cappella dove la Madonna attende la visita dei suoi figli. I devoti si rivolgono direttamente a Lei supplicandola di proteggerli, di conceder loro una vita lontana da paure e pregiudizi, chiedendo di essere amati e riconosciuti per come sono. In Lei trovano rifugio schiavi e stranieri, così come quella Madonnina dalla carnagione scura che, secondo la leggenda, aveva provato su di sé il dolore di essere stata giudicata diversa, motivo per il quale decise di ritirarsi sulla montagna. L’appellativo Schiavona, si pensa derivi da tale leggenda ma in realtà, fa riferimento alla sovrana del Regno di Napoli, Maria d’Ungheria, proveniente da un regione chiamata Schiavonìa. Ella fu la committente del quadro all’artista Montano d’Arezzo, nel 1296, come ex voto di grande devozione.
Rispettando la liturgia eucaristica tipica della Candelora, l’ingresso in chiesa avviene con lumi accesi sui quali è affissa l’icona della Madonna di Montevergine. Al termine della celebrazione, nel piazzale antistante il santuario, i pellegrini riuniti in gruppi di musicisti e cantori, danno libero sfogo alla gioia di essere radunati, mediante danze e canti intonati in dialetto irpino e partenopeo, accompagnati dalle immancabili nacchere con nastri colorati. Per le genti irpine e campane in generale, la juta rappresenta una rivincita sociale e culturale atta a far conoscere le tradizioni e le ricchezze storiche di questo popolo.

Candelora 2024

La Candelora 2024 che si svolge in 6 giornate, dal 29 gennaio al 3 marzo, è interamente dedicata al musicista scomparso Marcello Colasurdo, che con voce e tammorra ha da sempre accompagnato la Juta a Montevergine. Il programma, a cura di Massimo Saveriano e del Comune di Mercogliano, si presenta ricco di eventi: manifestazioni, mostre, dibattiti, proiezioni di film e spettacoli che hanno come protagonista la ricca kermesse di ospiti che si esibirà presso il Piazzale della Funicolare e altri locali lungo il Viale San Modestino di Mercogliano. Tra tutti spicca l’immancabile Vladimir Luxuria, dichiaratamente affezionata alla tradizione della Candelora e all’Irpinia.
Un appuntamento dunque da non perdere, in cui si fondano le radici delle comunità irpine sia religiose che laiche e simbolo inequivocabile di appartenenza per l’essere umano.